Ho
sempre espresso giudizi molto severi sul calcio. Non mi ha mai
interessata. Forse perché ho sempre ritenuto un male la competizione
e poi mi infastisce molto il lato nazionalista e patriottico. Mio
papà per mitigare il mio severo giudizio sul calcio una volta mi ha
fatto leggere "Fútbol" di Soriano ma comunque è
servito a poco: per molto tempo ho continuato a non provare il minimo
interesse per questo sport. Mi andava bene, tutto sommato, il calcio
giocato al campetto con gli amici, ma non quello della televisione che
per me era solo fatto di calcio-scommesse e di calciatori miliardari.
Quest'anno
credo che mi sia successa la stessa cosa che è successa a quel
gruppo di svizzeri migrati in argentina che ho visto una volta in un
documentario: loro, una volta lasciata la Svizzera, hanno sentito il
bisogno di enfatizzare i tratti di una supposta e un po' inventata
(come del resto lo sono tutte le identità) identità svizzera. Tipo
che si ritrovavano fra di loro in una casa a forma di chalet,
decorata da campanacci da mucca, a mangiare la fondue e a suonare il
corno svizzero con addosso la maglietta con la croce svizzera. Quando
si è lontani da casa forse si ha il bisogno di esprimere un
qualche cosa legato alla propria storia di vita nel luogo precedente, probabilmente per gestire la malinconia o le difficoltà
incontrate nella nuova condizione, ma forse non si sa bene che cosa esprimere e si finisce per attaccarsi a simboli che possono apparire predefiniti e un po' fittizi ma che però vengono riempiti di significati nuovi e importanti.
Ecco,
credo mi sia successa un po' la stessa cosa: due settimane prima di
lasciare Bologna mi sono trovata al Cavaticcio a guardare la partita
Italia-Belgio sul maxi-schermo e ho visto tutti i miei amici, più
centinaia di altre persone, veramente interessati a questa cosa del
calcio. E quando ha vinto l'Italia erano sinceramente contenti.
Allora così, in modo forse un po' infantile ho deciso che anche io avrei
tifato Italia, un po' per i miei amici con cui ho vissuto Bologna
e un po' per distinguermi da quelli che tengono a qualsiasi squadra
pur di non tenere all'Italia.
Ho
guardato anche la partita Italia-Germania e l'ho fatto con reale
partecipazione emotiva e curiosità intellettuale, quando l'Italia ha
segnato ho provato felicità e ai rigori ero davvero in uno stato di
tensione.
In
ogni caso, lo dico per tranquillizzare i miei amici e le mie amiche della scuola no-calcio, per tutta la prima parte della partita mi sono annoiata
moltissimo e continuavo a guardare il cellulare e mi sono pentita di
non essermi portata dietro un libro e visto che ero disattenta mi
sono persa un goal che poi fortunatamente per me non era davvero un
goal (credo fosse fuori gioco ma non mi ricordo bene). Spero che mi
passi sta cosa del calcio perché mi immagino che decontestualizzata,
fuori dal parco del Cavaticcio e dai miei amici Bolognesi, per me non
avrà più lo stesso significato.
In
ogni caso ho imparato altre cose sul calcio, oltre alle 33 che ho
scritto qui,
che ci tengo a condividere.
N.B. La
maggior parte di queste cose che so sul calcio sono riferite
alla partita Italia-Germania e non hanno dunque valore universale.
Altre 16 cose che so sul calcio.
Altre 16 cose che so sul calcio.
34)
Mi ha detto Arianna dopo che a uno è uscito sangue da naso che c'è
una regola che dice: se esce sangue non si può continuare a giocare.
35)
Il giocatore tedesco che si è fatto male quasi subito è molto forte
e oltre a giocare nella Juve gioca nella Germania (se vi sembra
strano rileggetevi la cosa numero 1 che so sul calcio).
36)
Nel calcio funziona come quando guardi le stelle cadenti: appena ti
distrai un minuto qualcuno segna.
37)
Buffon è il portiere dell'Italia ed è vestito di rosso e non di
nero come pensavo io all'inizio. Buffon ha anche due guanti da
portiere fluo uno rosa e uno di un altro colore. Ho elaborato un
gioco mnemonico per ricordarmi chi è Buffon fra i due portieri: è
quello vestito un po' più buffo(n).
38)
Alla fine del primo tempo Antonio mi ha detto che stanno giocando
tutti con la paura e il primo che si sblocca psicologicamente vince.
39)
Antonio quando parla di Zeman gli brillano gli occhi. Per chi non lo
sapesse Zeman è un allenatore che ha una metodologia innovativa con
la quale trasforma squadre così così in punte di diamante. Adesso
allena il Lugano ma forse se ne va o se ne è già andato, non
ricordo.
40)
Buffon, come tutti i portieri, ha un portiere di scorta che sta in
panchina, è bravo, ma Buffon è bravissimo, e allora il portiere di
scorta lo fanno giocare solo ogni tanto tipo contro l'Irlanda che è
brava ma un po' meno forte della Germania.
41)
Buffon mi è sembrato molto carino perché con quelle mani con i
guantoni dava delle pacche agli altri giocatori sia italiani che
tedeschi per incoraggiarli o rincuorarli, e inoltre faceva da pacere
nelle scaramucce fra calciatori. Secondo me lo fa perché è più
grande degli altri e i conflitti sul campo gli sembrano cose da
ragazzini. Solo che ho letto delle cose su wikipedia bruttissime sul
suo orientamento politico.
42)
Antonio dice che Buffon è probabilmente il portiere più bravo della
storia ma nei rigori non è così forte, non è così bravo come il
portiere della Germania che secondo Antonio è un gatto.
43)
Due giocatori della Germania, quando l'arbitro ha dato loro il
cartellino giallo, hanno fatto un po' la faccia da sbruffoncelli come
a dire: embé lo rifarei subitissimo, non mi dispiace e non mi pento
assolutamente di aver fatto questo fallo.
44)
Parolo mi fa venire in mente Pairolo che è dove c'è la capanna ai
piedi dei Denti della Vecchia.
45)
L'allenatore della Germania e quello dell'Italia che si chiama Conte
sono uguali sputati identitici, ma quello della Germania ha gli occhi
leggermente più gentili.
46)
Una ragazza che stava guardando la partita dietro di me a Lugano ha
detto che lei se ne andava prima della fine che se l'Italia vinceva
suo papà ci metteva troppo per venire a prenderla.
47)
Antonio dice che Insigne è bravissimo, è molto impressionato anche
dal fatto che non sia altissimo mi dice: Guarda il 17 è già basso
ma Insigne lo è ancora di più, però Insigne non è bravo lui è
bravissimo. Mi ha detto anche che Insigne lo fanno entrare solo alla
fine perché pur essendo bravissimo è un po' un cane sciolto e
dunque imprevedibile.
48)
Zaza, dice Antonio con orgoglio, è l'unico giocatore della
Basilicata che ha segnato in nazionale (ovvero nell'Italia) e nella
Champions League (nel suo club che sarebbe la Juve). Lui sta nel
paese affianco ad Antonio che pure lui è lucano e non mi ricordo
bene se lui o suo cugino avevano giocato una volta a calcio con Zaza
o con il cugino di Zaza che è del 91 come Antonio o come suo cugino.
49)
Si fa testa o croce per decidere chi inizia i rigori, secondo un
giornalista della Rsi è meglio essere la squadra che inizia.